Perché tutto questo?

E' ora che lasci qualche memoria digitale di alcuni pensieri che mi accompagnano da tempo. Devo farlo altrimenti potrebbero essere sepolti da altra roba. La mia mente ha smesso di accumulare informazioni.
E' iniziato allora il processo di sostituzione dei contenuti della mia memoria invece del suo ingrandimento. Insomma invecchio. Lascerò qui traccia digitale dello scorrere del tempo e dei pensieri.

2012-03-20

APPENDICE 1

APPENDICE 1
Se siete in accordo con la teoria di Pangea siete in accordo con Wegener, che è il padre fondatore della teoria.
A Wegener gli ci sono voluti 35 anni per far accettare la sua teoria della deriva dei continenti all'establishement scientifico dell'epoca.
35 anni di messa in ridicolo, umiliazione, oscurantismo, attacchi personali, e ogni altro genere di bassezza intellettuale immaginabile.
35 anni sono una vita! Uno può morire nel frattempo a veder passare gli anni senza che gli altri si accorgano dei propri errori.
Vedere la propria creazione intellettuale sepolta dall'ignoranza deve essere davvero frustrante.


Per establishemet si intende un insieme di persone che detengono il primato (o sostengono) di una teoria e in genere l'entrata in tale insieme di persone (e purtroppo di interessi) è segnata dalla pubblicazione di opere scientifiche presso riviste o divulgazioni scientifiche autorevoli.
Se fai parte dell'establishement hai posto di lavoro, fama, autorevolezza.
In pratica se un'idea nuova non viene "rivista" da dei "pari" attraverso un esame della struttura dell'idea e delle sue implicazioni, se quindi chi ha una nuova idea non elabora un
lavoro, un articolo, un saggio, etc. di matrice scientifica, ebbene tale autore e la sua idea saranno oscurate e osteggiate dal sistema.


Quando gli argomenti di Wegener diventavano solidi si ignorava volutamente la discussione.
Insomma, la conoscenza scientifica e umana è rimasta ferma per 35 anni per colpa di mummie incartapecorite che non mettevano in discussione le proprie certezze.


Intendiamoci.
Niente di scandaloso nel fatto che un lavoro debba essere (1) comprensibile e (2) rivisto da pari (peer rewiew).
E' in parte giusto che sia così altrimenti avremmo migliaia di idee folli che si accalcano su ogni argomento.
Il problema sta nelle debolezze degli uomini. Nasce il conflitto quando una nuova idea, messa su un articolo, rende ridicoli gli stessi revisori dell'articolo.
Il conflitto di interessi è pertanto palese. Oltre a far la figura dei deficienti, i revisori perderebbero pure il posto di lavoro in laboratorio o la cattedra, di fronte ai nuovi portavoce di passione autentica, idee nuove e in fondo geniali.


Quale maestro aiuterebbe un proprio allievo a distruggere il lavoro che lui ha sostenuto per anni?
Il maestro direbbe al suo irriverente allievo: "Con me non ti laurei. E se ti laurei con un altro professore io gli telefono e gli dico che se ti fa laureare con quella tesi lui è fuori dagli inviti e dalle comparsate nella mia Università ed in quelle di tutti i miei amici e colleghi".
L'allievo credo che abbasserebbe la testa e si metterebbe a scrivere la classica tesi di laurea riassuntiva del lavoro di altri mostrando che sa e ha letto tante cose e che ha capito la grandezza dei suoi insegnanti.
Eppure l'Università dovrebbe fare l'opposto, ossia dotare l'allievo di capacità di critica e di produzione di nuove idee.


A chi volesse approfondire tali interessanti argomenti (il genio e la scienza, la scienza e i suoi meccanismi di cambio di paradigma) consiglio 2 letture molto istruttive:
1) la struttura delle rivoluzioni scientifiche (T. Khun)
2) il genio incompreso (Di Trocchio)
Il secondo è una lettura agevole e gradevole per il lettore occasionale.
Il primo è invece più criptico e presuppone una certa familiarità sull'argomento.
Se vi avanza del tempo: Buona lettura!

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