Questi elementi dovranno essere analizzati e spiegati senza far ricorso a forzature logiche o "epicicli intellettuali".
Se avete dati o informazioni sul'argomento "origine della Luna" siete i benvenuti nel segnalarli.
LE AFFERMAZIONI DI QUESTI ARTICOLI PONGONO UNA SERIA IPOTECA SUL FUTURO DELLA MIA TEORIA.
IO CREDO CHE LA LUNA SIA IN ORBITA ATTORNO ALLA TERRA DA SOLI 180 MILIONI DI ANNI.
AD ESEMPIO LE AFFERMAZIONI SULLA DATA DI CREAZIONE DELLA LUNA DESUNTE DALL'ATTIVITA' GEOLOGICA DELLA SUPERFICIE (ipotesi di Runcorn) PORTANO LA CREAZIONE DELLA LUNA A 4 MILIARDI DI ANNI FA (PIU' O MENO).
LA MIA OBIEZIONE E' CHE LA DATAZIONE DELLE ROCCE LUNARI NON CI DICE DA
QUANTO TEMPO SIANO IN ORBITA MA SOLO QUANTO SONO VECCHIE (E SONO VECCHIE OVVIAMENTE QUANTO QUELLE DELLA TERRA).
IL MATERIALE CHE COMPONE LA LUNA E' ANTICO QUANTO LA TERRA, SU QUESTO SIAMO D'ACCORDO PERCHE' è LO STESSO MATERIALE.
MA COME SI PUO' EVINCERE DAGLI ELEMENTI SOTTO RIPORTATI LE POSSIBILITA' CHE VI SIANO ERRORI MACROSCOPICI (NELL'ORDINE DI MILIARDI DI ANNI) NELLA DATAZIONE DELLA LUNA SEMBRANO ESSERE PARI A ZERO.
IL CHE DISTRUGGE IL TRIPLO COLLEGAMENTO CHE HO INSTAURATO TRA L'IMPATTO GIGANTE, LA NASCITA DELLA LUNA E L'ESPANSIONE DELLA TERRA.
POTREBBE INVECE RIMANERE SALVA L'IPOTESI SUL MATERIALE CHE HA COMPOSTO IL CORPO IMPATTANTE (GHIACCIO), NONCHE' IL MOTIVO DELL'INCLINAZIONE DELL'ASSE TERRESTRE E DELLO SFASAMENTO SUL PIANO DELL'ECLITTICA.
RIMARREBBE INALTERATO ANCHE IL LUOGO DELL'IMPATTO (PACIFICO).
elemento n° 1
http://digilander.libero.it/muresan18/caratteristiche_morfologiche.htm
(estratto)
Il magma fuoriuscì dall'interno lunare (riscaldato dal decadimento radioattivo di nuclei instabili di uranio e di torio) fra i 3,8 e i 3,2 miliardi di anni fa (questi dati sono certi grazie al un lavoro svolto col metodo della datazione radioattiva su rocce portate a terra dagli astronauti dell’apollo); queste effusioni riempirono le vaste e tondeggianti depressioni provocate dagli immani impatti che avevano caratterizzato la fase precedente della storia del nostro satellite. Secondo l'ipotesi di S.K. Runcorn, molti dei mari lunari sarebbero stati provocati dalla caduta di primordiali satelliti della Luna. Le terre lunari sono invece ciò che resta della crosta primitiva del satellite, solidificatasi gradualmente 4,4 miliardi di anni fa da un originario oceano di lava fusa, spesso alcune centinaia di km, che ricopriva la Luna appena formata (l'energia termica necessaria era stata presumibilmente fornita dall'intensa pioggia di planetesimi in aggregazione o anche, forse, dal decadimento dei nuclei atomici radioattivi a breve vita, come l'alluminio-26).Ci si potrebbe chiedere come mai queste effusioni laviche si siano poi estese per migliaia di chilometri, questo è successo a causa della bassa viscosità dei basalti lunari rispetto a quelli terresti.
elemento n° 2
http://www.tecnologiaericerca.com/2012/02/20/luna-le-sue-%E2%80%9Crughe%E2%80%9D-sono-molto-piu-giovani-nuova-datazione/
(estratto)
Gli studi considerano la formazione della Luna dopo la collisione di un corpo celeste con la Terra ancora calda e in formazione. Il materiale così prodotto avrebbe costituito il nostro satellite, formatosi con un lento raffreddamento e con la fine, circa 1 miliardo di anni fa, della sua attività tettonica. A seguito di questo raffreddamento, si sarebbero prodotte delle fratture, increspature, sulla crosta lunare, identificate dalla sonda e datate in modo molto differente.
Quindi le immagini riportate rappresentano una vita del nostro satellite a noi sconosciuta, cioè dimostrano come in realtà l’attività tettonica della Luna si sarebbe conclusa circa 50 milioni di anni fa.
elemento n° 3
http://www.galileonet.it/articles/4f22589572b7ab53e7000025
(estratto)
In uno studio pubblicato su Science, i ricercatori hanno dimostrato che un campione di basalto proveniente dai laboratori della Nasa riporta tracce inconfondibili dell'azione di un campo magnetico originato almeno 4,2 miliardi di anni fa dal nucleo lunare. Le prove fornite dallo studio di Shea sono fondamentali per datare con maggior precisione la comparsa delle forze magnetiche che con il passare delle ere geologiche hanno plasmato il nostro satellite prima di svanire quasi del tutto.
Il basalto studiato dai ricercatori dell'Eaps contiene un minerale ferromagnetico chiamato kamacite che si è formato almeno 3,7 miliardi di anni fa. Le analisi termocronometriche dimostrano che il campione è stato plasmato da forze magnetiche pari a circa 12mila nano Tesla (nT). Questo significa che in quel periodo doveva esistere una dinamo magnetica - ovvero un nucleo di metallo fuso - capace di influenzare il processo di formazione della kamacite. Un punto a favore dell'ipotesi che la Luna abbia conservato un nucleo attivo per almeno 500 milioni di anni, visto che le forze termochimiche ereditate dal processo di formazione del satellite sono pressoché scomparse 4,2 miliardi di anni fa.
Oggi, infatti, la Luna possiede solo un campo magnetico di forza irregolare che varia tra gli 1 e i 100 nT: un valore di gran lunga inferiore ai 30mila nT della Terra. Questa caratteristica è dovuta al fatto che gran parte delle forze magnetiche lunari sono generate da alcune rocce superficiali precipitate sul satellite durante il corso della storia. Ma il basalto analizzato dal team di Shea proviene dal Mare dellaTranquillità, un bacino che si è originato durante le primissime fasi di formazione della Luna.
elemento n° 4
http://www.scienze-naturali.it/ricerca-scienza/la-luna-e-la-sua-gemella-una-storia-tutta-da-scoprire-e-datare
La luna e la sua gemella una storia tutta da scoprire e datare
Scritto da Adele Guariglia
Quando si sarebbe creata la luna? A dispetto di quando si pensava la Luna potrebbe essere molto più giovane. Lars E. Borg del Lawrence Livermore National Laboratory (Llnl) della California, insieme ad un gruppo di ricercatore, ha sottoposto ad esame diversi campioni di “anortositi ferrose” ovvero rocce della superficie lunare più antica.
Grazie alle fruizioni di aggiornate analisi effettuate sugli isotopi del piombo e del neodimio del pezzo di superficie lunare riportato sulla terra in seguito alla spedizione del 1972 dagli astronauti dell’Apollo 16 si è stabilito che queste rocce si sarebbero strutturate 4,36 miliardi di anni fa, circa 200 milioni di anni più tardi di quanto definito dalle teorie contemporanee che datano la formazione della Luna, insieme al sistema solare, 4,65 miliardi di anni fa. La datazione del terreno lunare si aggirerebbe intorno a quella dei minerali più antichi terrestri (zirconi ritrovati nell’Australia occidentale) e ciò andrebbe a testimoniare una probabile formazione contemporanea delle croste terreste e lunare.
Questo processo di consolidazione potrebbe essersi verificato, secondo alcune delle teorie più accreditate, in seguito all’impatto avvenuto tra un grande corpo celeste, più o meno delle dimensioni di Marte, ed il nostro pianeta, la Proto-Terra agli inizi dell’evoluzione del sistema solare, che avrebbe generato i frammenti di cui è composto il nostro satellite. L’energia sprigionatasi dall’impatto sarebbe stata così potente da far sì che la Luna si formasse dal materiale proiettato e fuso nello spazio circostante il pianeta.
Richard Carson, uno degli autori dello studio che lavora alla Cangie Institution di Washington commenta così la scoperta: “L’incredibile giovane età di questi campioni lunari può voler dire che la Luna si è solidificata molto dopo rispetto a quanto abbiamo sempre pensato, oppure che dobbiamo cambiare tutte le nostre teorie sulla storia geochimica della Luna”. In ogni caso, gli studiosi, elaborando la teoria della formazione della Luna attraverso l’impatto con la terra hanno supposto che sarebbe esistite addirittura due Lune createsi in quell’evento. Il secondo satellite sarebbe stato molto più piccolo, con una massa pari ad un terzo della maggiore ed un diametro di mille chilometri. Questa seconda Luna si sarebbe trovata in uno punto di Lagrange in cui ci sarebbe un equilibrio particolare tra le forze di gravità di Terra, Sole e Luna.
Erik Asphaug dell’Università di California-Santa Cruz e Martin Jutzi dell’Università di Berna in Svizzera hanno avanzato un’ipotesi in merito alla scomparsa della piccola Luna che, viaggiando sulla stessa ombra della nostra Luna, seguendo l’andare delle maree e la forza gravitazionale solare sarebbe uscita dal punto di Lagrange ed avrebbe impattato sulla sorella più grande, sul suo versante nascosto.
La superficie lunare a quel tempo era ricoperta da magma fluido e l’impatto e la fusione fece schizzare quello esistente sulla faccia nascosta, sull’altra faccia rivolta verso la Terra. Così si potrebbe spiegare tanto le diversità morfologica delle due facce della Luna quanto la ricchezza di potassio, terre rare e fosforo nei grandi “mari” che possiamo osservare. Quest’avvenimento potrebbe far luce anche sulla questione che attanaglia le menti di molti studiosi: perché la crosta della faccia nascosta è più spessa di una cinquantina di chilometri rispetto a quella visibile?
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