Il discorso coinvolge al
suo interno migliaia di considerazioni concorrenti e diverse impostazioni di
pensiero.
Sarebbe facile collegare l'argomento con i miracoli o con il potere inespresso del cervello.
Questi tipi di approcci sono però, nella maggior parte dei casi, sostanzialmente sterili e banali nel senso che non aggiungono nulla di più al nostro meccanismo di comprensione del fenomeno o, meglio, chiudono il discorso.
Si rimanda a qualcosa di altrettanto oscuro e imponderabile e si abbandona il discorso.
Vorrei premettere che non vi saranno derive “strane” nel mio discorso su questo argomento ma proverò a trattare la cosa nel modo più asettico possibile. Per farlo non userò la sola razionalità perché verrebbero a cadere i termini stessi della questione.
Sarebbe facile collegare l'argomento con i miracoli o con il potere inespresso del cervello.
Questi tipi di approcci sono però, nella maggior parte dei casi, sostanzialmente sterili e banali nel senso che non aggiungono nulla di più al nostro meccanismo di comprensione del fenomeno o, meglio, chiudono il discorso.
Si rimanda a qualcosa di altrettanto oscuro e imponderabile e si abbandona il discorso.
Vorrei premettere che non vi saranno derive “strane” nel mio discorso su questo argomento ma proverò a trattare la cosa nel modo più asettico possibile. Per farlo non userò la sola razionalità perché verrebbero a cadere i termini stessi della questione.
Come è possibile che l'effetto placebo compia veri e propri miracoli? I miracoli sono dovuti all'effetto placebo?
Come funziona l’effetto placebo?
Come funziona l’effetto placebo?
Proviamo a definire
alcuni elementi:
1) Durante la guerra, visto che le scorte
di morfina erano finite, ai feriti negli ospedali veniva somministrata una
sostanza innocua e inefficace per lenire il dolore. Buona parte dei feriti, dopo
l’iniezione del placebo, provava lo stesso effetto anestetico della morfina.
2) Gli effetti quasi miracolosi del
placebo sono innescati da un rito o da una manovra che simula qualcosa di
altro. In qualche modo questa simulazione agisce sul cervello e ne condiziona
lo stato complessivo.
3) La suggestione agisce su qualcosa di
altro. Il soggetto suggestionato entra in uno stato fisico-mentale che può
definirsi “ricettivo”, potendo poi ricevere stimoli negativi o positivi in
funzione del messaggio portato da colui che esercita la suggestione.
Ipotizziamo varie scene
in cui un soggetto:
a) riceva una benedizione da una figura
religiosa,
b) vada da un mago a farsi fare un
amuleto
c) utilizzi, senza saperlo, una soluzione
fisiologica al posto della morfina.
Incredibile a dirsi ma l’effetto
placebo non ha una spiegazione scientifica perché, come è evidente dagli esempi citati, è basato sullo stato di suggestione di colui che lo sperimenta.
Come potrebbe la scienza
indagare nell’ambito della suggestione personale?
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IMPOSSIBILE? No, semplicemente irrazionale.. Se vuoi capire spegni l'emisfero sinistro. Accendi il destro. |
Per addentrarci nello
studio di questo fenomeno particolare dobbiamo pertanto scrollarci di dosso l’impostazione
scientista e scie-me-ntista.
Con tale definizioni
intendo un atteggiamento acritico e fideistico verso la scienza. La scienza
diventa così un sistema di riferimento legato
a esigenze di ricerca dei fondamenti.
La scienza è un semplice
strumento operativo per prevedere gli eventi.
Qualcuno penserà che ce
l’ho con la scienza: sbagliato.
Quello che sottolineo è che per la scienza l’effetto placebo semplicemente non dovrebbe
esistere. Non può esistere.
Questo limite è dato
dalla mancanza di sperimentabilità e di controllo della suggestione.
C’è qualcosa di più
intangibile? Già è difficile monitorare delle conseguenze logiche del pensiero
razionale, figuriamoci sperimentare e controllare le emozioni collegate a degli
eventi.
La suggestione è un
particolare stato d’animo in cui il suggestionato entra in una dimensione in
cui la realtà non è qualcosa di matematico e definito.
Tutto è possibile e
sperimentabile nello stato di suggestione.
Come indagare in questo
campo senza avere la nostra fidata scienza al seguito per valutare la
correttezza delle nostre teorie?
Occorre fare leva su
altre tecniche di deduzione, ossia il buon senso, la probabilità, l’economia
degli enti del discorso, la reciproca esclusione di alcune teorie al riguardo.
Fissati questi primi
punti possiamo provare a ipotizzare cosa succede nella mente del soggetto che
subisce/riceve il placebo.
La suggestione è a mio
avviso inscindibile da un calo delle difese mentali del soggetto.
Questo calo delle nostre difese ci espone a colpi lesivi o effetti benefici.
Ma quali sarebbero le
barriere da abbattere? Cos’è che ci frena dal liberare il nostro potenziale?
Credo che siano le
barriere RAZIONALI a precluderci la possibilità di attivare gli effetti benefici
derivanti dal placebo.
PROPRIO QUELLE TANTO CARE BARRIERE RAZIONALI CHE CI IMPEDISCONO DI RIMANERE IN UN MEDIOEVO DEL PENSIERO.
Queste barriere dipendono dal nostro stato mentale di costrizione in cui la materialità e il rapporto causa effetto ci incatena.
PROPRIO QUELLE TANTO CARE BARRIERE RAZIONALI CHE CI IMPEDISCONO DI RIMANERE IN UN MEDIOEVO DEL PENSIERO.
Queste barriere dipendono dal nostro stato mentale di costrizione in cui la materialità e il rapporto causa effetto ci incatena.
È proprio la scienza e
la sua impostazione assolutista basata sul rapporto di causa ed effetto a chiudere il discorso.
Una mente completamente
scientifica è ferma al palo. Nulla può esistere al di fuori di essa.
Per chiarire meglio
questi concetti difficili da comunicare e da digerire, chi è veramente uno scienziato
non subirà mai l’effetto placebo!
Lo scienziato vuole la
verità, la luce della ragione, vuole, in pratica, sapere se quella è una
soluzione fisiologica o morfina.
Non crede al prete o al
mago e quindi sarà immune dagli effetti della benedizione o dell’incantesimo,
siano essi buoni o cattivi.
Quindi per lo scienziato
l’effetto placebo non esiste, e non lo potrà mai sperimentare. Una società scientista non l’avrebbe mai scoperto
nel corso di millenni.
Così come per i miracoli
la scienza rimane al palo come un osservatore, scettico e prevenuto, incapace
di accettare fatti che contraddicano la sua impostazione.
Certo questo atteggiamento è prudente e anche fruttifero nella stragrande maggioranza dei casi.
Certo questo atteggiamento è prudente e anche fruttifero nella stragrande maggioranza dei casi.
Ma negli esempi che ho
riportato, se notate, lo scienziato diventa un MENOMATO DELLA PERCEZIONE.
Non partecipa al flusso
degli eventi. Non mette in atto quelle potenzialità racchiuse nell’abbandono
della razionalità.
NEGA CHE CERTI EVENTI SI
POSSANO MANIFESTARE.
LO FA A PRIORI.
In poche parole: TU DEVI
CREDERE! SE NON CI CREDI NON LO VEDI!
Esattamente l’opposto di
quanto dice la scienza: IO DEVO VEDERE! SE NON LO VEDO NON CI CREDO!
AVETE CAPITO COSA NON MI PIACE DELLA SCIENZA?
Queste mie
considerazioni possono intanto sgombrare il campo ad ogni velleità di questa o
quest’altra religione di accaparrarsi l’esclusiva dell’efficacia miracolistica.
La maga Moira o padre Pio,
lo Sciamano africano o i fiori di Bach, per me pari sono.
Non parlo di omogeneità delle
intenzioni che animano questi soggetti ma del “principio attivo” che è coinvolto
nel loro essere efficaci.
Il placebo agisce sul
cervello e a cascata su tutto il corpo.
Lo schema che ipotizzo
dovrebbe essere questo:
1) La suggestione abbassa le difese
razionali.
2) Con le difese abbassate riceviamo un messaggio
che attiva il nostro cervello, per la precisione, alcune parti del nostro
cervello che di solito sono inattive.
3) Queste aree del cervello comanderanno
di volta in volta l’emissione di sostanze (ormoni, endorfine, enzimi, etc.)
alle altre parti del corpo e produrrà gli stimoli elettrici ritenuti necessari
per compensare lo stimolo ricevuto.
In pratica il cervello
attiva delle potenzialità nascoste, sopite.
Ma questo solo se siamo
disposti a metterci in gioco. Solo se pensiamo che possa funzionare.
Quindi il potere del
placebo è reale anche se fa leva su motivazioni errate o enti irreali!
Un tale fenomeno viola (a
livello razionale) il principio di conservazione della massa.
Nuove cose sono create dal
nulla. Effetti reali per cause inconsistenti.
Provo a fare un esempio
concreto.
La maga Moira accende i
suoi incensi, mette la musichetta e apparecchia i suoi feticci.
Poi ti dice che guarirai
e tu guarisci. Oppure che ti ammalerai e tu ti ammali.
Di chi è il merito in
entrambi i casi? Della maga? O della vittima del sortilegio?
Di sicuro la maga ha
partecipato alla guarigione/malattia come se lei fosse stata una sorta di
innesco della reazione.
Poi il malato si è
auto-guarito o auto-ammalato.
Tuttavia non si può non
dire che la maga Moira non abbia un potere EFFETTIVO di manipolare la realtà
secondo i suoi comodi.
Semplicemente la maga
Moira LO FA !
ALLA FACCIA DELLA
SCIENZA CHE CONTINUA A RIPETERE CHE I MAGHI SONO SOLO E SOLTANTO DEI CIARLATANI !
I maghi sono nella
stragrande maggioranza dei casi in malafede, volgari approfittatori della
povera gente, spacciatori di illusioni e ladri di soldi.
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Potere magico? O potere della mente? Ce lo ripetono in tutti i modi. Tutto è possibile se ci credi fino in fondo |
MA DI CERTO NON SONO SOLO CIARLATANI
PERCHÉ GLI EFFETTI CHE PROMETTONO DI FORNIRE SONO A TUTTI GLI EFFETTI QUALCOSA
DI REALE PER QUANTO INDEFINITO E IMPONDERABILE SIA IL MISURARE LA LORO
EFFICACIA E RIPETIBILITÀ.
Qualcosa viene a essere
sollecitato all’interno della nostra mente e la cosa paradossale è che ogni
studio in tal senso porterebbe razionalità e quindi mancanza di efficacia di un
futuro tentativo di suggestione che si basa proprio sul fatto che vi sono forze
irrazionali capaci di sovvertire il corso matematico e deterministico della
realtà.
L'EFFETTO PLACEBO E' IN PRATICA UN PARADOSSO COMPLETO E UN BUCO NERO DEL PENSIERO SCIENTIFICO.
Concludo questo post riportando una celeberrima massima di un grande scienziato e la mia immodesta chiosa alle sue parole.
Concludo questo post riportando una celeberrima massima di un grande scienziato e la mia immodesta chiosa alle sue parole.
Albert Einstein disse:
io voglio conoscere Dio, il resto sono dettagli.
Io mi sento di dire: io
voglio conoscere la realtà, il resto sono scienza e religione.
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