Come numero appartiene a tutte le culture del mondo. E in ogni cultura è collegato a un tipo di conoscenza sacra.
Per citare un esempio illuminante prendiamo il Rig-veda (che per chi non lo sapesse è un testo sacro scritto in sanscrito e la cui elaborazione risale a svariati millenni fa).
Sapete quante sono le sillabe del rig-veda? Esattamente 432000 sillabe. Non una di più e non una di meno. Composte da 10800 strofe da 40 sillabe ciascuna.
Un caso?
Io direi che asserire che questo sia un caso è una enorme forzatura mentale e logica.
Anche perché un tale numero ritorna come per incanto in un altro computo del tempo, quello della Bhagavad-gita:
il Bhagavad-gita riporta che il giorno di Brahma dura 4.320.000.000 anni solari, un periodo esattamente multiplo di 1.000.000 di volte. Inoltre
l'ultima era, corrispondente all'era attuale, cominciata il 17-18 febbraio 3102
A.C., il Kali-yuga, dura 432.000 anni, mentre le altre precedenti ere sono
rispettivamente di 1.728.000 anni, di 1.2960.00 e di 864.000 anni.
Anche in questo caso troviamo i nostri simpatici numerini precessionali (4320, 1296, e 8640 che è 4320x2).
Anche questo è un caso? Direi che aver trovato tali numeri ripetuti in vari testi sacri sia quantomeno singolare.
Se siete ancora dubbiosi vi faccio un piccolo test.
Secondo voi le immagini qui sotto sono somiglianti per caso? Non hanno nulla a che fare tra loro? Sono state elaborate in differenti epoche da differenti popoli indipendentemente?
Se siete ancora dubbiosi vi faccio un piccolo test.
Secondo voi le immagini qui sotto sono somiglianti per caso? Non hanno nulla a che fare tra loro? Sono state elaborate in differenti epoche da differenti popoli indipendentemente?
(Le 3 immagini sopra sono tratte dal sito http://www.airesis.net/sectioaurea_significatiermetici.html)
Siamo di certo di fronte a dei collegamenti tra culture e religioni. Chiunque osservi la cosa da un punto di vista oggettivo deve concordare.
Ma la cosa assume un carattere paradossale se andiamo a leggere altre opere e scritti antichi.
Quanti sus ha regnato, quanti ner, e quanti sar? Comunque la giriate, siamo sempre li. |
La lista dei Re dell'antichità reca la lunghezza temporale dei loro regni. Vi stupisce sapere che in totale abbiano regnato per 432000 anni? Un altro caso?
Provate a guardare la durata dei singoli regni e la loro traduzione nel sistema di computazione del tempo in uso al tempo di Berosso (immagine a lato)
Provate a guardare la durata dei singoli regni e la loro traduzione nel sistema di computazione del tempo in uso al tempo di Berosso (immagine a lato)
Spostiamoci al Nord e proviamo ad andarci a leggere l'Edda Poetica e troveremo una curiosa informazione che indirettamente ci riporta al nostro numero criptico: per combattere il Lupo Cosmico Fenrir i guerrieri presenti nel Walhalla escono dalle porte (che sono 540) e da ogni porta escono 800 guerrieri.
Se anche questo è per voi un caso, provo a sottoporvi un altro clamoroso esempio di collegamento tra religioni, ossia il diluvio universale, la cui narrazione è presente in tutte le culture del mondo.
E le coincidenze sono incredibilmente precise tra le varie versioni. Ecco la versione sumera, che è antecendente e "indipendente" da quella biblica.
COMINCIA IL RACCONTO DEL DILUVIO (testo tratto dal sito: (http://www.homolaicus.com/storia/antica/gilgamesh/tavola_11.htm)
E le coincidenze sono incredibilmente precise tra le varie versioni. Ecco la versione sumera, che è antecendente e "indipendente" da quella biblica.
COMINCIA IL RACCONTO DEL DILUVIO (testo tratto dal sito: (http://www.homolaicus.com/storia/antica/gilgamesh/tavola_11.htm)
Utnapishtim parlò a lui, a Gilgamesh: "Una
cosa nascosta, Gilgamesh, ti voglio rivelare, e il segreto degli dei ti voglio
manifestare. Shuruppak - una città che tu conosci, che sorge sulle rive
dell'Eufrate - questa città era già vecchia e gli dei abitavano in essa. Bramò
il cuore dei grandi dei di mandare il diluvio.
Le loro intenzioni (quest'ultimo) però
le rivelò ad una capanna: "Capanna, capanna! Parete, parete!
Capanna, ascolta; parete, comprendi! Uomo
di Shuruppak, figlio di Ubartutu, abbatti la tua casa, costruisci una nave, abbandona
la ricchezza, cerca la vita! Disdegna i possedimenti, salva la vita! fai salire sulla nave tutte le specie
viventi!
La nave che tu devi costruire - le sue
misure prendi attentamente, eguali siano la sua larghezza e la sua lunghezza -
; tu la devi ricoprire come l'Apsu".Io compresi e così io parlai al mio
signore Enki:
"L'ordine, mio signore, che tu mi
hai dato, l'ho preso sul serio e lo voglio eseguire.
Che cosa dico però alla città, agli
artigiani e agli anziani?"
Enki aprì la sua bocca, così parlò a me il suo servo:
"Tu, o uomo, devi parlare loro
così: 'Mi sembra che Enlil sia adirato con me;perciò non posso vivere più nella
vostra città non posso più porre piede sul territorio di Enlil. Per questo voglio scendere giù
nell'Apsu, e là abitare con il mio signore Enki.
Su di voi però Enlil farà piovere
abbondanza, abbondanza di uccelli, abbondanza di pesci.
Egli vi regalerà ricchezza e raccolto.
Al mattino egli farà scendere su di voi
focacce, di sera egli vi farà piovere una pioggia di grano".
LA
COSTRUZIONE DELL'ARCA
Appena l'alba spuntò, si raccolse attorno a me tutto il paese; il falegname portò la sua ascia, il
giuncaio portò il suo ... I giovani uomini [ ] le case [ ] le mura di mattoni. I fanciulli portarono pece. Il povero [
] portò il necessario. Al quinto giorno disegnai lo schema della nave;
la sua superficie era grande come un
campo, le sue pareti erano alte 120 cubiti. Il bordo della sua copertura
raggiungeva anch'esso 120 cubiti.
Io tracciai il suo progetto, feci il suo
modello:
suddivisi la superficie in sei comparti,
innalzai fino a sette piani.
La sua base suddivisi per nove volte.
Nel suo mezzo infissi pioli per le
acque; scelsi le pertiche e approntai tutto ciò che serviva alla sua
costruzione: tre sar di bitume grezzo versai nel forno, tre sar di bitume fine
impiegai;
tre sar di olio portarno le persone
portatrici dei canestri. Tranne un sar di olio che il niqqu ha consumato,
e due sar di olio messi da parte dal
marinaio. Come approvvigionamento
macellai buoi,
giorno dopo giorno uccisi pecore; mosto,
birra, olio e vino gli artigiani bevvero come fosse acqua del fiume,
essi celebrarono una festa come se fosse
la festa del Nuovo Anno!
Al sorgere del sole io feci un'unzione; al
tramonto la nave era pronta. Il varo della nave fu molto difficile;
corde per il varo furono lanciate sopra
e sotto; due terzi di essa stavano sopra la linea d'acqua.
Tutto ciò che io possedevo lo caricai
dentro:
tutto ciò che io possedevo di argento lo
caricai dentro,
tutto ciò che io possedevo di oro lo
caricai dentro,
tutto ciò che io possedevo di specie
viventi le caricai dentro:
sulla nave feci salire tutta la mia
famiglia e i miei parenti, il bestiame della steppa, gli animali della steppa, tutti
gli artigiani feci salire.
L'inizio del diluvio me lo aveva
indicato Shamash: "Al mattino farò scendere focacce, la sera farò piovere
una pioggia di grano; allora sali sulla
nave e chiudi la porta!".
IL
DILUVIO DISTRUGGE OGNI FORMA DI VITA (89-134)
Venne il momento indicato: al mattino
scesero focacce, la sera una pioggia di grano. Io allora osservai le fattezza
del giorno: al guardarlo, il giorno incuteva paura.
Entrai dentro la nave e sprangai la mia
porta.
Al marinaio Puzur-Amurri, il costruttore
della nave, regalai il palazzo con tutti i suoi averi. Appena spuntò l'alba, dall'orizzonte
salì una nuvola nera. Adad all'interno di essa tuonava continuamente, davanti
ad essa andavano Shullat e Canish; i ministri percorrevano monti e pianure.
Il mio palo d'ormeggio strappò allora
Erragal.
Va Ninurta, le chiuse d'acqua abbatte. Gli
Anunnaki sollevano fiaccole, con la loro luce terribile infiammano il paese. Il
mortale silenzio di Adad avanza nel cielo, in tenebra tramuta ogni cosa
splendente.
Il paese come un vaso egli ha spezzato. Per
un giorno intero la tempesta infuriò, il vento del sud si affrettò per
immergere le montagne nell'acqua: come un'arma di battaglia la distruzione si
abbatte
sugli uomini.
A causa del buio il fratello non vede
più suo fratello, dal cielo gli uomini non sono più visibili. Gli dei ebbero
paura del diluvio, indietreggiarono, si rifugiarono nel cielo di An. Gli dei
accucciati come cani si sdraiarono la fuori! Ishtar grida allora come una
partoriente, si lamentò Belet-Ili, colei dalla bella voce:
"Perché quel giorno non si tramutò
in argilla, quando io nell'assemblea degli dei ho deciso il male?
Perché nell'assemblea degli dei ho
deciso il male, dando, come in guerra, l'ordine di distruggere le mie genti?
Io proprio io ho partorito le mie genti ed
ora i miei figli riempiono il mare come larve di pesci".
Allora tutti gli dei Anunnaki piansero
con lei.
Gli dei siedono in pianto. Secche sono
le loro labbra; non prendono cibo!
Sei giorni e sette notti soffia il
vento, infuria il diluvio, l'uragano livella il paese.
Quando giunse il settimo giorno, la
tempesta, il diluvio cessa la battaglia,
dopo aver lottato come una donna in
doglie. Si fermò il mare, il vento cattivo cessò e il diluvio si fermò.
Io osservo il giorno, vi regna il
silenzio. Ma l'intera umanità è ridiventata argilla.
Come un tetto è pareggiato il paese. La
missione esplorativa degli uccelli. Aprii allora lo sportello e la luce baciò
la mia faccia. Mi abbassai, mi inginocchiai e piansi.
Sulle mie guance scorrevano due fiumi di
lacrime. Scrutai la distesa delle acque alla ricerca di una riva:
finché ad una distanza di dodici leghe
non scorsi un'isola. La nave si incagliò sul monte Nisir.
Il monte Nisir prese la nave e non la
fece più muovere; un giorno, due giorni, il monte Nisir prese la nave
e non la fece più muovere; tre giorni,
quattro giorni, il monte Nisir prese la nave e non la fece più muovere;
cinque giorni, sei giorni, il monte
Nisir prese la nave e non la fece più muovere.
Quando
giunse il settimo giorno, feci uscire una colomba, la liberai.
La colomba andò e ritornò, un luogo dove
stare non era visibile per lei, tornò indietro.
Feci
uscire una rondine, la liberai;
andò la rondine e ritornò, un luogo dove
stare non era visibile per lei, tornò indietro.
Feci
uscire un corvo, lo liberai.
Andò il corvo e questo vide che l'acqua
ormai rifluiva, egli mangiò, starnazzò, sollevò la coda e non tornò.
SACRIFICI
PROPIZIATORI DEL SUPERSTITE
Feci allora uscire ai quattro venti
tutti gli occupanti della nave e feci un sacrificio. Posi l'offerta sulla cima
di un monte. Sette e sette vasi vi collocai: in essi versai canna, cedro e
mirto.
Gli dei odorarono il profumo. Gli dei
odorarono il buon profumo.
Gli dei si raccolsero come mosche attorno
all'offerente.
Se anche questo, confrontato al testo originale della bibbia (ossia questo) non vi convince direi che è inutile che proseguiate nella lettura.
C'è un detto che dice che 3 indizi fanno una prova mentre noi siamo arrivati a una marea di indizi indipendenti tra di loro che riconducono a certi numeri particolari.
Siamo in pratica di fronte a una serie di elementi che ci dicono che ciò che è stato fatto e scritto nell'antichità serviva a comunicare e preservare conoscenze di tipo molto avanzato.
Siamo in pratica di fronte a una serie di elementi che ci dicono che ciò che è stato fatto e scritto nell'antichità serviva a comunicare e preservare conoscenze di tipo molto avanzato.
Non è quindi un caso che la piramide abbia quelle particolari dimensioni, anzi, è stata fatta per comunicare una precisa informazione sulle dimensioni della terra!
Oltre a ciò sarà di vostro gradimento sapere che l'altezza della piramide divisa per il semi-perimetro della base ci da come risultato estremamente preciso il "pi greco".
Dovremmo quindi dire "pi egizio" per amore di verità ma purtroppo gli egizi non amavano sbandierare le loro conoscenze al popolo mentre i greci hanno fondato delle scuole per insegnare a (quasi) tutti le meraviglie della natura e della conoscenza.
Come ha fatto Ipparco (greco) che andando a studiare in Egitto ha poi propalato la conoscenza della precessione (II° secolo d.c.).
O Clemente Alessandrino (greco) che dopo gli studi in Egitto pensò bene di affibbiare al cristianesimo il simbolo dei Pesci (ci torneremo).
O possiamo parlare di Pitagora e del suo teorema, di Solone, di Platone, e di tanti altri che si recavano in Egitto per imparare dai custodi della conoscenza esoterica (esoterico vuol dire nascosto o celato) i loro segreti.
O di tanti storici (Erodoto, Diodoro Siculo) che da quel popolo hanno appreso tante indicazioni e conoscenze storiche sui tempi passati.
Ma infine questo 4320 come mai è così importante?
Come mai lo hanno infilato in ogni religione, testo sacro, racconto, piramide?
Quale era la conoscenza da comunicare e preservare dalla distruzione operata dal tempo, dalle guerre e dalle carestie?
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie da parte mia e di tutti i visitatori per voler condividere il tuo pensiero.